Davvero la Provvidenza tanto cara a don Bosco continua ad operare!

Mentre ancora viviamo stretti tra le norme che il “distanziamento sociale” ci impone, la proposta pastorale dell’anno ci invita, quasi per assurdo, ad operare “nel cuore del mondo”. Come può essere possibile fare qualcosa in un mondo che è per buona parte paralizzato, dove i venti di crisi sociale ed economica sono notizia quotidiana?

Eppure è possibile! Abbiamo avuto davanti agli occhi esempi concreti di chi ha dedicato tutto se stesso per essere prossimo a chi era in difficoltà; quotidianamente sentiamo il bene che molti volontari di ogni età e luogo stanno mettendo in atto e portano avanti. Centinaia di iniziative, le più diverse, sono state attivate e ancora si attivano… Ma la più bella iniziativa, quella che va al “nocciolo della questione”, è quella che passa tra le righe, ma si fa sempre più sentire: operare “nel cuore del mondo” vuol dire rifarsi all’essenziale, a ciò che davvero conta e che fa la differenza, ci chiama a recuperare gli affetti più veri, le emozioni più limpide, a non disperdere energie in tesori che non valgono, per concentrarci su ciò che scalda il nostro cuore.

Quell’umile grotta ci colpisce ancora una volta perché nella sua essenzialità chiama il nostro cuore a non disperdersi e a restare in contemplazione di ciò che ha davvero un significato profondo e unico. Noi siamo fatti di eterno, per questo il Natale vero, quello di Gesù, riesce ancora a pervadere il nostro animo. La speranza continua a costruire nuove vie per farci arrivare al cuore del mondo.

Don Mauro, Direttore