storia 24, 12 maggio 2022
by Mauro Becchio
Sono della classe 1958, posso pertanto tornare indietro di parecchi anni e inizio con il raccontare quando, in base all’età, eravamo suddivisi in “luigini”, “aspiranti” ed “effettivi”. In pratica bambini delle elementari, medie e per ultimo i ragazzi delle superiori. Ogni gruppo aveva la sua sala di ricreazione, dove erano presenti biliardini, calciobalilla, tavoli da ping pong e per i più grandi un vero e proprio biliardo.
Passavamo interi pomeriggi in quelle sale. La più importante
per me è stata quella dove vigilava su di noi Don Martano (il “mitico”, si direbbe oggi, Don Martano).
In fondo alla sala dei “luigini”, superati alcuni gradini, c’era una saletta con un televisore. In attesa che i nostri genitori venissero a prenderci, Don Martano ci faceva vedere la TV dei ragazzi.
Don Martano (classe 1905) era un Salesiano che aveva fatto il cappellano militare durante la seconda guerra mondiale. Durante la settimana, alla mattina presto, con pioggia, vento e freddo, con il suo motorino si recava a servire messa in qualche parrocchia vicino al Michele Rua.
Un prete davvero DOC; era sempre presente e vigile su di noi che eravamo vivacissimi, ma non ricordo grandi sgridate; ricordo invece che giocavamo a scacchi ed è stato lui ad insegnarmi. Si divertiva a giocare con noi in quanto, essendo troppo piccoli per accorgercene, ogni tanto “trassava” come si diceva all’epoca (barava in modo sornione per intenderci).
Di lui, sul retro del suo biglietto commemorativo c’è scritto “Si stava bene con lui, era il padre, il fratello maggiore, l’amico. Una grande ombra protettiva, una presenza rassicurante, il prete di tutti”. Non ci sono altre parole da aggiungere: grazie Don Martano.
Nei giorni d’estate poi in cortile si giocava a figurine, a birille e si andava sulle “gamale” (giostra con quattro sedili in ferro agganciati con una catena ad un palo). Anche in questo caso per entrare nella giostra c’erano molti giochi che si facevano girando e girando anche ad una certa velocità.
In quel periodo facevo anche il chierichetto (vedere foto che mi ritrae insieme a Don Nuti). Quella foto del 1969, fu scattata dopo che io ed il mio amichetto avevamo servito messa per le prime comunioni. Come regalo ci avevano dato la foto ricordo (poca cosa per i giorni nostri… una foto come regalo!), eppure lo porto ancora oggi nei miei ricordi, a differenza di tantissimi regali ricevuti negli anni e che non so più che fine hanno fatto. Con Don Nuti si andava anche a benedire le case li nei dintorni del Michele Rua.
Dopo alcune messe del pomeriggio, celebrate da Don Curcio (un salesiano Siciliano), in sacrestia, sempre come gratificazione, ci mangiavamo un pezzo di torta che aveva portato. Uscivamo da lì che eravamo felicissimi.
Credo che quanto sopra possa fare capire quanto mi abbia dato l’oratorio Michele Rua, ma non posso concludere senza ricordare: Don Franceisa (severo), Don Virgilio (astuto), Don Giorgio (molto bravo a pallacanestro), Don Gianfranco (sempre vicino ai ragazzi in difficoltà della barriera), il sig. Castino (maestro di musica) e il sig. Carnino (allenatore di calcio).