Articolo di Giulia Moretto.
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Giovedì 21 dicembre, all’interno della palestra utilizzata per le lezioni di educazione fisica, si è svolta la recita di Natale della nostra scuola media. Lo spettacolo parlava della guerra e dell’importanza che ha la fede nei cittadini che vengono coinvolti. Un tema molto importante e attuale che fa pensare ad alcuni conflitti in corso proprio in questo momento, come quello tra Israele e Palestina o tra Russia e Ucraina.
La recita è stata possibile grazie all’aiuto di tutti gli studenti della scuola: Pietro e Don Matteo si sono occupati della stesura e dell’organizzazione delle idee iniziali e si sono poi dedicati anche al dialogo con gli alunni per preparare nel modo migliore possibile lo spettacolo. Ognuno è stato libero di esporre le proprie idee che sono state poi elaborate coralmente.
Tutti hanno quindi dato il proprio contributo: con i corsi extrascolastici, nella condivisione di proposte per i vari pezzi oppure offrendosi di svolgere alcune attività, come nel caso dei tre attori: Filippo Spina, Jacopo d’Imprima e Matilde Pioggia, tre studenti di terza che hanno interpretato rispettivamente Amir, Waleed e Nada, dei pastori che vivono in un Paese in guerra e che decidono di proteggere l’ultima piccola luce rimasta:la fede.
Alcuni ragazzi si sono anche offerti di suonare lo strumento musicale studiato a scuola nelle ore di musica per accompagnare i pezzi dei loro compagni.
Parlando invece delle attività extrascolastiche i ragazzi che partecipano al corso pomeridiano di coro, tenuto dal Professor Indricchio, hanno cantato alcune delle canzoni presenti nello spettacolo, mentre degli studenti che frequentano il corso di chitarra hanno fatto una dimostrazione a inizio recita.
Oltre alla trama e all’accompagnamento musicale, anche la scenografia è stata creata grazie al contributo di tutti: questa infatti è stata costruita e decostruita considerando di volta in volta l’assenza o la presenza della luce. Ogni classe, ogni studente, ogni persona coinvolta ha caratterizzato in maniera significativa la scena, lasciando infine trionfare l’ultima piccola luce rimasta, nonostante le macerie e la desolazione causate dalla guerra: la fede.
Grazie a quest’ultima luce, si scorge una possibilità di rinascita e ricostruzione che viene rappresentata materialmente sul palcoscenico con l’ultima scena, quella del presepe, simbolo di pace e speranza grazie alla nascita di Gesù.
Questa recita ha un significato molto profondo e fa riflettere su quanto noi siamo fortunati. Abbiamo sempre la nostra luce con noi, ma spesso non ce ne rendiamo conto, finendo per ignorarla e per non capire che è la chiave per superare le difficoltà piccole e più grandi.
È stata anche organizzata molto bene: personalmente, ho apprezzato molto la possibilità data ad ognuno di esporre il proprio parere e di dare in questo modo una mano.