Sono nata e cresciuta in Barriera di Milano, in una casa con il balcone affacciato sul campo da calcio dell’oratorio, il campanile e Superga sullo sfondo.

La vita della mia famiglia si snoda su questo sfondo, a partire dalla giovinezza dei miei genitori fino al loro matrimonio e poi battesimi, altri matrimoni, funerali…tutto all’ombra di quel campanile e di quel Crocifisso.

Ho frequentato la scuola materna Mamma Margherita e una delle mie maestre è stata Piera, oggi catechista di uno dei miei figli. Mi piace pensare a questo intreccio di generazioni che si incontrano, mi fa pensare ad un villaggio dove ci si prende cura gli uni degli altri.

Quella che adesso è la scuola media, una volta era una scuola elementare pubblica, la Perotti, che io ho frequentato da bambina. Ai “piani bassi” c’era l’oratorio femminile e il pomeriggio era un appuntamento fisso per giocare e pattinare sulla pista che adesso non c’è più. Mi ricordo che lì facevo anche il catechismo con la sig.ra Rosetta!

Una volta cresciuta l’appuntamento al Michele Rua era quasi giornaliero, studio permettendo; ci si trovava intorno alle 18.00 in cortile. Il giovedì c’era la preghiera in Cappellina, un altro giorno l’incontro di biennio/triennio. Sono sempre stata abbastanza timida, ma non ho mai rinunciato a questi appuntamenti.

Don Piero mi chiamava Zarrellina (ancora adesso quando ci vediamo) perché ero la più piccola di casa e riusciva sempre a farsi offrire il panino alle melanzane sott’olio (…il panino dei campioni!) che mia mamma mi preparava quando andavamo in gita, tanto che lei aveva preso l’abitudine a prepararne due (“uno per te e uno per don Piero”).

Più che grandi aneddoti da raccontare ho un affetto da condividere, come quando conosci una persona da così tanto tempo e non puoi immaginare la tua vita senza.

Questo sfondo della mia vita, il Michele Rua, c’è sempre stato ed è anche per questo che voglio bene a questo posto e alle persone che lo abitano, che sempre cambiano, ma che hanno uno Spirito che le accomuna. Per questo auguro al Michele Rua altri 100 anni come questi, le porte aperte, i cortili pieni e quello stesso campanile che con le sue campane sembra dire “Sono sempre qui, non mi sentite?”