Ero piccola, i miei genitori mi avevano iscritto a danza ed ho iniziato a calpestare i luoghi di questa grande Opera. La danza è stata la passione con cui mi sono formata e grazie all’esempio che ho ricevuto  è diventata molto presto servizio. Avevo 11 anni e Maria Grazia aveva bisogno che l’aiutassi per poter accogliere sempre più bambine. Lei è stata e continua ad essere un grande esempio per me, non solo per la passione che mi ha trasmesso, ma per  la dedizione, la calma e l’amore che impiega nel fare quello che fa e nel vivere quello che la vita le chiede.

E poi ti ritrovi all’interno di una famiglia che ti desidera, che vuole che rimani, che ti fa capire che ha bisogno di te!

Don Piero mi aspettava fuori dalla porta dell’oratorio per ricordarmi di andare al biennio e se capiva che non ne avevo molta voglia mi convinceva e mi accompagnava su. Gli animatori erano delle guide per me, quanti biglietti e attenzioni ho ricevuto da Maria Sartore.. e da tutti gli altri.

E poi i salesiani e le suore che sono arrivati negli anni hanno sempre lasciato un segno importante dentro di me.

Con don Alberto Zanini ho iniziato ad interessarmi del territorio e a collaborare con altre associazioni del quartiere e di conseguenza il desiderio che nasceva e cresceva di impegnarmi con i giovani più difficili.. Un’esperienza meravigliosa, anni che non dimenticherò mai e che fanno ancora tanto parte di me e di quello che desidero.

E poi la proposta di iniziare a lavorare in oratorio avviando un centro diurno in collaborazione con la pastorale giovanile e altri oratori.

La certezza di vivere in un luogo che genera per il bene dei giovani, questo si è scolpito dentro di me.

E poi la proposta del direttore Don Gianni Orsolano, condivisa con gli altri salesiani della Casa di convocarmi ulteriormente per lavorare nella scuola dell’infanzia.. e da qui la storia si sta ancora scrivendo..

Una storia di vita nella vita di un’Opera che è una famiglia, che è una casa, che è veramente una Comunità, dove si condividono le gioie e le fatiche, dove si accoglie e dove si prega.

Diversi salesiani, suore e animatori, amici, famiglie,( non si possono nominare tutti) mi hanno accompagnata ed io sarò grata per sempre per tutto quello che ricevuto, da questo il desiderio nel tempo di restituire. Il fatto è che non si smette mai di ricevere, ancora oggi mi sento accompagnata dal bene di tante persone e quindi il circolo virtuoso non finisce mai.

Il dono più grande è stato poter lavorare in quest’ Opera, per me è stata una chiamata e a questo cerco e spero di rispondere con il mio impegno ogni giorno.

Ma il desiderio che nutro più in profondità è quello di vivere in Comunione il mio servizio e questo lo devo a quegli sguardi che mi hanno fatta sentire a casa, accolta da qualcuno che desiderava e che era contento di incontrarmi.

Le persone lasciano un segno dentro di noi e questo se nutrito porta nel tempo i suoi frutti. Non mancano le difficoltà e le intemperie, ma quando ci si prende cura di sé e degli altri, con la preghiera e la condivisione, questo seme si alimenta..

La Comunità è il luogo in cui il Signore chiama…. e nascono i Suoi frutti,  non i nostri.

 

Grazie  Don Bosco

Grazie ai Salesiani e alle FMA che hanno abitato e che abitano quest’Opera

Grazie a tutti i laici impegnati che da sempre lavorano per il bene della Comunità

Grazie a questa famiglia che serve il Signore nel nome di Don Bosco