Tante sono le storie che vorrei raccontare con riferimento alla mia “carriera” nell’Oratorio Michele Rua che iniziò con i “luigini di Don Martano” e terminò con i “giovani di Don Piero Borelli”, passando per gli “Aspiranti di Don Francesia e dopo di Don Virgilio”.
Ne racconterò solamente una perché mi è rimasta più in mente e nel cuore, e perché ha come protagonista un personaggio che a molti sembrava burbero ma che invece è stata per me una delle persone più dolci che abbia incontrato nella mia giovinezza: Don Martano.
Era la mia prima gita con l’Oratorio e in pullman; abitavo in Via Alberto Viriglio, quindi a due passi, e dall’età di sei anni ci andavo da solo; noi eravamo arrivati da qualche anno dalla Sardegna.
Andammo su in montagna; non ricordo quale era la meta; ricordo che facemmo tappa al “Ponte del Diavolo” e a me fecero impressione le sue impronte, mentre Don Martano ci raccontava la leggenda.
Mia madre, prima della partenza, venne rassicurata da Don Martano perché era la prima volta che lasciava andare il suo “bambino” senza la sua presenza.
Tutto andò bene sino al rientro a Torino nel tardo pomeriggio.
Io da piccolo avevo sempre un po’ patito i mezzi di locomozione e dovevo stare seduto davanti (alla faccia della sicurezza in auto); diversamente stavo male e sovente mi veniva da vomitare!
Anche quel pomeriggio, non ero seduto nei primi posti, perché c’era sempre la corsa ad accaparrarsi i primi posti ed a me non è mai piaciuto fare a gara su chi arrivava primo e allora accettai, nonostante le mie lamentele, di stare seduto nei posti centrali.
Ad un certo punto stava per arrivare l’ora fatidica; non mi sentivo bene, lo dissi a Don Martano e lo pregai affinché facesse fermare il pullman; stavo nuovamente per vomitare.
Feci a tempo a scendere dal pullman, sempre sotto l’occhio vigile di don Martano. Ovviamente dopo non ero in piena forma; ero tutto rintronato.
Don Martano, impassibile, mi prese in braccio e per tutto il viaggio mi tenne sulle sue ginocchia! E così mi addormentai sereno.
Questo era il vecchio e burbero ma dolcissimo Don Martano che io ricordo e ancora adesso a raccontare quei momenti, mi vengono gli occhi rossi.
Ho sempre sperato che dal Paradiso ricordasse questo momento, perché nonostante siano passati sessant’anni io lo ricordo come se fosse oggi!