Storia 58, 5 dicembre 2022 by Rosalba Fasano

Trent’anni fa mi trovavo alla fermata del 57 (vi ricordate Bertotto?), come tutte le mattine in attesa del bus per andare a scuola; da tempo avevo notato un gruppetto di ragazze ma, introversa e musona com’ero non avrei mai trovato il coraggio di farmi avanti, quindi preferivo starmene sulle mie.

Una delle fanciulle in questione però non era dello stesso parere, quindi nel giro di qualche giorno ci eravamo scambiate il numero di telefono (quello a disco attaccato alla parete, proprio lui) e passato qualche giorno ancora mi ha invitata ad allargare la mia cerchia di amicizie in Oratorio.

E’ stata dura, o se lo è stata, l’adolescenza è una bega non da poco, ma Silvia Vitagliani aveva deciso che dovevo far parte del Rua… così un passetto alla volta si è iniziato con il Triennio, la Messa, il coro, il tifo per il basket a bordo campo.

Ho ancora negli occhi il sorriso di Don Piero e Suor Marisa, i predicozzi di Don Virgilio… e con il passare del tempo, quello che era un incontro a settimana, è diventata la mia seconda casa, una casa che non poteva essere abbandonata in estate e, nonostante la mia timidezza, è riuscita a farmi vivere l’esperienza dell’animazione, i campi estivi, Pracharbon.

Guardando indietro, nonostante il trasferimento mio e della mia famiglia, tutti i passaggi importanti sono stati fatti al Rua: il matrimonio, la scelta della scuola dei miei figli e le loro attività.

Oggi devo un gran ringraziamento a questa grande famiglia… ha mutato il mio atteggiamento verso il prossimo rendendomi socievole e accogliente a mia volta, dandomi la capacità di poter avere una mia attività ed è stato inevitabile scegliere il luogo a due passi dal “mio oratorio” ed è una gioia incontrare i miei vecchi compagni di viaggio con cui si faceva “isola”.

E’ un pezzetto di vita, ma faremo ancora tanta strada insieme… per ora, grazie!