Scuola Media “Michele Rua”
Come i genitori possono aiutare i figli nello studio?
Vademecum per i genitori
Il ruolo del genitore
Il ruolo dei genitori è quello di aiutare lo studente ad affrontare con successo la realtà. Per raggiungere questo scopo occorre, prima di tutto, accettare che l’esperienza scolastica è fatta di libri da studiare, di concetti da imparare, di esercizi da ripetere, ma anche di tempo e di fatica da dedicare ai compiti e allo studio.
I genitori devono essere di accompagnamento, sostegno, incoraggiamento: valutando l’attuale grado di maturità, le difficoltà ed i progressi, i genitori devono puntare a una progressiva assunzione di responsabilità e autonomia, facendo capire ai propri figli che lo studio determina la loro vita futura.
La modalità con cui un genitore offre il suo aiuto nel momento dei compiti ha un ruolo importante nella crescita equilibrata del proprio figlio. Egli contribuisce a costituire le fondamenta della personalità del proprio figlio, il quale ha bisogno di sentire nel genitore una presenza positiva ma nello stesso tempo determinata nel porre dei confini, cioè delle regole da rispettare.
Lo studente deve sentirsi protagonista della sua esperienza scolastica.
I genitori devono sostenere lo studente ed essere presenti, ma non sono loro a tornare tra i banchi di scuola.
Il genitore non è colui che svolge i compiti per il figlio, ma colui che crea le condizioni perché l’attività dell’apprendimento avvenga.
L’utilizzo del tempo, alcune buone abitudini
Come l’alunno riempie le giornate? È importante far riflettere l’alunno sull’uso che fa del suo tempo.
Il genitore, con una progressiva responsabilizzazione e non rinunciando a monitorare, aiuta a programmare lo studio per evitare di concentrare troppi argomenti il giorno prima di una verifica o di un’interrogazione. Il tempo a disposizione non consente di elaborare e memorizzare bene il materiale.
- Fare un planning settimanale per organizzare meglio il lavoro. Con l’aiuto dei genitori, fare uno schema tracciando le attività extrascolastiche, gli spostamenti, gli impegni. Calcolare per ogni giorno il tempo dedicabile allo studio. Potrebbero esserci giornate con l’agenda più complessa, per cui è opportuno distribuire bene il carico di lavoro per evitare di trovarsi in affanno. Lo schema deve essere realistico e va usato con flessibilità.
- Controllare il diario per verificare i compiti da svolgere e le pagine da studiare, stabilire dei tempi per svolgerli.
- Studio e compiti vanno svolti nel pomeriggio dopo pranzo, dopo un momento di relax e non dopo ore di televisione, di prolungato uso dello smartphone o di videogiochi. Se la programmazione è stata buona, non dovrebbe servire lo studio dopo cena, evitando di essere così troppo stanchi.
- Tempo di concentrazione e pause: non alzarsi dalla sedia ogni 5 minuti: lavorare sull’autocontrollo ed imparare ad evitare le distrazioni è importante. Cercando di non creare situazioni di conflitto ed esasperazione, con pacatezza e fermezza bisogna richiedere un progressivo aumento del tempo di concentrazione. Si deve fare una pausa di 5 minuti dopo 30-45 minuti di studio.
- Affrontare prima le attività più impegnative, poi passare a quelle che danno minori preoccupazioni.
- Se un giorno ci sono pochi compiti, lavorare d’anticipo e mettere in programma quelli per i giorni successivi.
I compiti
I compiti servono come momento di ripasso delle attività svolte in classe e servono per verificare la comprensione di un argomento. I compiti consentono di mettere in atto delle strategie adeguate per sviluppare una precisa attività.
Attenzione! I compiti vanno eseguiti dopo aver studiato, aver guardato gli esempi e gli schemi presenti nel libro o nelle attività svolte in classe con il supporto dell’insegnante. È importante fare comprendere ai figli che non è bene fare prima i compiti, perché perderebbero la loro utilità e la loro esecuzione sarebbe più difficoltosa.
Dopo aver studiato, serve esercitarsi sull’esposizione orale. Anche se tema specifico del metodo di studio, è importante fin d’ora sottolineare come il ripetere quanto studiato permetta di raggiungere un livello di superiore di apprendimento.
Cosa fare se il proprio figlio sbaglia?
Quando il genitore nota un errore, dovrebbe invitare il ragazzo a rileggere e a capire che cosa ha sbagliato. Inutile mandarlo a scuola con i compiti perfetti se poi non ha capito il concetto! Anzi, può anche essere deleterio perché l’insegnante non riuscirà a capire l’effettiva preparazione dell’alunno.
Sistemare il setting di lavoro:
- Trovare un luogo tranquillo e illuminato dove studiare.
- Tenere la televisione spenta.
- Non usare il cellulare.
- Avere sulla scrivania tutto il materiale occorrente.