storia 33, 05 settembre 2022
by Piercarlo Provelli
Il terrazzo di casa mia si affaccia sul mitico campo di calcio del Michele Rua , palcoscenico ineguagliabile e contenitore di sfide interminabili . Incastonato in una popolosa barriera operaia , rappresenta un formidabile punto di aggregazione per una gioventù che qui trova non solo accoglienza ma possibilità di sfogare la vivacità della propria esuberante giovinezza.
In tempi lontani era sterrato , pieno di buche e avvallamenti ( oh quando pioveva!) su cui si svolgevano accanite, rumorose partite nelle quali spiccavano , emuli di grandi campioni, le maglie di Pulici e Sivori dei quali era consuetudine imitare gli atteggiamenti non sempre ispirati alla correttezza.
Erano battaglie senza pause fra giovani scatenati per i quali l’unico obiettivo era impossessarsi del pallone con bibliche ammucchiate da cui sbucavano gambe ricoperte da lividi e scarpe al limite della sopravvivenza. Inevitabilmente da quel rustico campo si alzava un polverone che impregnava i volti sudati dei contendenti sollecitando la corsa ristoratrice alla fontanella. Da casa lo vedevo cosi, quasi avvolto da una leggera nebbia.
Qualche volta, Don Martano, non sempre con successo,si adoperava a controllare le sfide che si concludevano con sberleffi verso i perdenti che chiedevano rivincite con risultato ribaltato.
Su quel campo hanno giocato i miei figli ed ancora, magia dei ricordi, li vedo scatenati, impolverati, qualche volta con sbucciature varie, rincorrere il pallone uno con la maglia del Toro e l’altro della Juve.
Caro, prezioso, indimenticabile, rustico e polveroso campetto di calcio ove e stata scritta la storia romantica di un’ epoca ormai lontana e rimpianta, non ti dimentico, appartieni ad un periodo felice della mia vita e oso dirlo, di tutta la Barriera di Milano.
Piercarlo del ’33