storia 35, 11 settembre 2022
          by Franco Fumero

Si arrivava all’oratorio tra le 6 e le 8,30 , orario elastico per esigenze lavorative dei genitori che facevano il primo turno nelle fabbriche.  I primi che arrivavano
Don Martano pensava a farli dormire ancora un po’ sul ping pong, panche e altro. Alle 8,30 iniziavano le attività, un po’ di basket e molto calcio, perché dietro ad un pallone potevamo giocare in tanti. Andava bene 11 contro 11 ma anche 15 contro 15!

Verso le 11, quando il sole picchiava, cominciavano le attività più tranquille: giochi di sala sotto il porticato e canto. Io, stonato come una campana rotta, prediligevo il canto con quel sant’uomo di Don Gallenca, che con molta pazienza aveva preparato un piccolo gruppo che aveva cominciato a cantare i primi cori di montagna.
A mezzogiorno tutti a pranzo nel refettorio, nello scantinato, il cui ingresso è adiacente alla portineria. La cuoca, signora Duca, ci preparava la pastasciutta e l’insalata di patate e non ricordo molto altro.
Verso le 14 partivamo a piedi verso “la grande mer de Sture” come la chiamavamo noi.  Dietro la centrale SIP, andavamo tutti nel torrente e Don Martano faceva  il bagnino, armato di mezzo di salvataggio: una camera d’aria di un camion! In caso di  brutto tempo,  un po’ prima della Stura, nel boschetto adiacente la Via Dell’Arrivore  si giocava a bandiera con l’entusiasmo dei conquistatori. Verso le 17  rientravamo tutti in oratorio per la merenda, nello stesso refettorio, con una bella scodella di latte, formaggio (ancora residui dell’esercito americano) e un cubetto di marmellata, poi tutti liberi e felici, pronti per il giorno dopo.

*Una postilla per ricordare Don Gallenca, al quale sono poi stati intitolati i locali dell’ex Circolo Giovanile.  Già avanti d’età, dedicava all’oratorio gli ultimi anni della sua vita. All’incirca nel 1955, in occasione della Festa dell’Immacolata, era stato invitato a presenziare ad un importante anniversario presso una Casa Salesiana in Sardegna, dove era stato anni addietro. L’instancabile Don Masoero, con l’aiuto  di un’altra persona che non ricordo, si era offerto di accompagnarlo con l’auto a Genova, dove si sarebbe imbarcato per l’isola. Ma al nostro rientro a scuola dopo la Festa, venimmo colpiti dalla brutta notizia che Don Gallenca, in seguito a un grave malore, era deceduto in auto con Don Masoero ancora in Torino.                        Quanto è mancato a noi bambini il suo atteggiamento di nonno!