storia 32, 01 settembre 2022
by Lina Rosso
Siamo arrivati a Torino nell’Agosto del 1969, dopo dodici ore di treno, dormendo sulle valigie. Eravamo stravolti, spaesati e soli. Nessuno ci conosceva, ed allo stesso modo noi non conoscevamo nessuno!!
Andavamo alla Santa Messa nella Chiesa della “Madonna della Pace”, pensando che fosse quella la nostra Parrocchia, anche perché c’era un organista che dopo la Messa suonava musica di Mozart e Bach, e noi ascoltavamo incantati.
Un giorno siamo scesi per una passeggiata ed invece di andare verso Corso Giulio Cesare, siamo andati verso piazza Respighi e di là sentivamo un vocio di ragazzi. Incuriositi, siamo andati in via Paisiello, e siamo entrati dalla “portina”.
I ragazzi c’erano, eccome!!! Stavano uscendo proprio allora da scuola. Sotto il portico ci venne incontro un prete che ci chiese se avevamo bisogno di qualcosa.
Renzo era felice, in quanto erano Salesiani: infatti lui aveva frequentato dall’asilo al liceo le scuole salesiane del Cairo in Egitto, e glielo disse a questo prete, che si presentò dicendo di chiamarsi Don Guido Abà.
Allora ci portò a vedere la Chiesa e ci disse che quella era la nostra Parrocchia, ed anche l’intero istituto.
Da quell’incontro, cominciammo ad andare alla Santa Messa a San Domenico Savio, prima da soli e poi con i nostri due bambini nati dopo tre anni di matrimonio, quando non speravamo più di averli … Ho sempre pensato che San Domenico Savio ci abbia aiutato.
Una domenica dopo la Messa, una signora andò all’ambone, ed invitò tutti a partecipare alla castagnata che si sarebbe tenuta nel pomeriggio nei cortili dell’Oratorio. “Vogliamo andare Renzo?” “E perché no?”
Arrivammo in oratorio e chi ci accolse? Ma Don Guido, ovviamente, che chiamò questa signora e le disse “te li consegno” e la signora “grazie per essere venuti, siete i primi che accettano il nostro invito”!!
Entrammo nella sala parrocchiale piena di gente, dove i piccoli fecero subito amicizia, anche perché i tavoli erano pieni di “ben di Dio” che ognuno di loro aveva portato da casa per far merenda. Noi non portammo niente, e lo facemmo presente a Don Guido, anche per scusarci, ma lui serenamente ci disse “avrete tanto tempo per portare roba, non ci pensate!!!!”
Dopo la merenda si cantò e Don Guido allora mi chiese se potevo animare la Santa Messa domenicale insieme agli altri “perché dove la trovo una voce come la tua!”
Tutto ebbe inizio così, l’Oratorio ci ha cambiato la vita, e la nostra famiglia è diventata allargata alla grande, e sapevamo di poter contare su ognuno del gruppo per qualsiasi cosa, e certi che c’era Don Guido!
Questo Salesiano è diventato per noi un amico, un fratello ed un confidente, bastava andare sotto i portici in qualsiasi momento della giornata, e lo trovavi che leggeva il Breviario e pregava, e quando ti vedeva ti veniva incontro chiedendo “posso fare qualcosa per te?”
Dopo la morte di Don Guido mi è sembrato che l’Oratorio sia diventato “stanco”, meno accogliente di una volta.
Prego infatti e preghiamo Don Bosco perché ognuno possa sentirsi parte viva del “nostro” Oratorio.